Lettera denuncia prassi di medici di dare la “dolce morte” per liberare letti

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  1. Dailypain
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    MILANO 19/02/2009 - Tutto inizia con la lettera di un presunto testimone. Una lettera che finisce su un quotidiano nell’onda emotiva lunga della vicenda di Eluana Englaro e sulla quale la Regione vuole vederci chiaro. Perché a firma di Greco Giuseppe Maria si riferisce del caso di una “conoscente”, una donna anziana, che «poiché non si decideva a morire è stata sottoposta alle medesime pratiche di Eluana, senza però che avesse espresso alcuna volontà al riguardo».
    Ieri la Regione ha annunciato di aver segnalato la testimonianza alla Procura della Repubblica con un esposto per accertare se ci sia o meno “notizia di reato relativa a un presunto caso di eutanasia”. L’autore della lettera sostiene non solo di aver assistito di persona ad un caso di eutanasia “presso un ospedale milanese” a danno di un’anziana signora di sua conoscenza ma afferma anche di ritenere che tale atto, penalmente sanzionato, non sia isolato ma costituisca «una prassi per diminuire i costi, liberare i letti e farla finita con gente che non sapeva morire».

    L’ESPOSTO
    La Regione chiede dunque formalmente di accertare la veridicità di affermazioni così gravi e le possibili responsabilità. Si legge nell’esposto: «La gravità dei fatti segnalati ed il coinvolgimento, sia pure del tutto ingiusto ed improprio, della persona del Presidente e dell’amministrazione regionale, ci inducono a segnalare la notizia, al fine di consentire a Codesta Autorità di svolgere ogni competente accertamento nel merito». Ma c’è un’altra ipotesi, che nell’esposto viene prospettata: «Se il fatto segnalato fosse inesistente, allora potrebbe configurarsi, a carico del lettore e probabilmente di chi ha pubblicato la notizia senza cautele, l’ipotesi di cui all’art. 658 del C.P. (propagazione di notizie atte a turbare l’opinione pubblica, ndr.)». Perché «non è ammissibile - si commenta al Palazzo della Regione - che qualcuno tiri il sasso e nasconda la mano, specialmente in un caso così grave».

    Va da sé che se invece «la segnalazione è veritiera ben maggiori sono le responsabilità da accertare e sanzionare. Ciò nell’interesse della Giustizia, ma anche del sistema sanitario che deve sempre garantire la piena correttezza dell’operato delle sue strutture nell’interesse di tutti gli assistiti, a prescindere dalle loro condizioni cliniche e dell’aspettativa di vita o del grado di cura o di accudimento necessari. Anche solo il sospetto che una struttura sanitaria abbandoni il malato o, ancor peggio, ne causi la morte per ragioni economiche o organizzative è insostenibile e merita di essere fugato immediatamente».

    Se la Regione avesse avuto conoscenza della struttura cui il lettore si riferisce (e sempre se tale struttura fosse dipendente dal sistema sanitario regionale) «avremmo immediatamente disposto - conclude l’esposto - una severa indagine. Purtroppo tale dato è stato, non sappiamo, se dal lettore o dal giornalista, omesso e ciò rende ancora più grave e inquietante l’accaduto».
     
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0 replies since 20/2/2009, 03:35   15 views
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