Santo Stefano di Sessanio, il borgo che ha resistito al terremoto

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  1. Dailypain
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    http://www.youtube.com/watch?v=iTarY8k7wgU


    Enzo Cappucci è entrato a Santo Stefano di Sessanio, il borgo medioevale che ha resistito indenne alle spallate del terremoto che ha devastato l'Aquila e l'Abruzzo.

    Una cittadina a 1250 metri d'altitudine fortificata nel secolo scorso all'indomani del terribile terremoto del 1916, che rase al suolo la Città di Avezzano: gli ingegneri usarono all'epoca le tecniche dei secoli scorsi, solidificando le pareti portanti degli edifici con le catene interne che le tengono unite.
    Il lavoro di consolidamento è stato poi completato in anni recenti dall'imprenditore italo – svedese Daniele Kihlgren che ha acquistato il borgo per trasformarlo in un albergo modulare, una sorta di villaggio turistico d'epoca dove ogni casa rappresenta una “stanza”.
    Con la collaborazione dello studio di architettura Di Zio-Di Clemente, l'imprenditore ha provveduto ad alleggerire i solai delle abitazioni ed i tetti, consolidando le mura e le strutture, con gli stessi materiali dei secoli scorsi e con le medesime tecniche di applicazione.
    Il risultato è che oggi Santo Stefano è intatto, non una sola crepa deturpa le sue belle case e le uniche cose cadute sono rappresentate dalla piccolissima porzione di un muro primetrale, 3 mq non di più, e dall'antica torre Medicea, che non ha retto il peso di un grosso tappo di cemento armato applicato in tempi recenti, negli anni '60-'70 con un intervento sciagurato, tipico dell'incompetenza di molti. Il peso di quel tappo ha fatto crollare l'antica torre.
    Questa storia dovrebbe costituire un motivo di riflessione per tutti coloro che hanno responsabilità di ricostruzione e che dovranno prendere decisioni importanti per quei molti centri storici danneggiati dal terremoto, prima di tutti quello dell'Aquila.




    Santo Stefano di Sessanio, posto a 1.250 metri di altitudine, ha conosciuto il dramma dei crolli soltanto per una parte del suo patrimonio di roccia calcarea: quella ristrutturata negli annì 60-'70, come la Torre Medicea che se non avesse subito l'installazione di "un tappo di cemento" sarebbe "rimasta ancora in piedi". Il terremoto non ha causato danni a quella parte di borgo riportata alla vita dall'imprenditore italo-svedese Daniele Kihlgren e dallo studio di architettura Di Zio-Di Clemente.

    A raccontare i segreti, di quello che viene ritenuto uno dei 100 borghi più belli del mondo, è uno degli artefici del suo recupero l'architetto Lelio Oriano Di Zio. Santo Stefano di Sessanio, a 35 chilometri dall'Aquila, è un'oasi di oltre 3.500 metri quadrati rimasti integri. Con 5 milioni di euro Kihlgren acquisì alcuni anni fa alcuni edifici nel borgo, abitato da poco più di 70 persone, e dopo aver creato la società Sextantio (dal nome latino del borgo) decise di fare di Santo Stefano un albergo diffuso.

    E via alla ricostruzione: case di cui erano rimaste le mura e poco più, rimesse in piedi con materiali d'epoca e con le tecniche tradizionali. E proprio queste costruzioni hanno superato il sisma. "Un esempio di normalità - spiega Lelio Oriano Di Zio che non accetta la definizione di straordinarietà - e non di eccellenza. Non ci sono stati danni di nessun tipo". Il primo ingrediente, racconta, è "la ricerca dei materiali antichi e seguire la logica di comportamento delle murature: l'errore è usare materiali moderni senza tenere conto della resistenza delle murature".

    Si è deciso, allora, di "ripartire dall'origine, per esempio, usando solai di legno (leggeri, e con una rigidezza dovuta a controvento) che non punzonano la muratura". Le coperture di cemento, avverte Di Zio, sono quelle che subiscono di più le oscillazioni e che le riversano sulle pareti, provocando "un crollo devastante dovuto a schiacciamento". I materiali di costruzione pesanti più vengono portati verso l'alto più possono essere causa di "crollo devastante". Questo è quello che è successo alla Torre Medicea: è colpa della "scelleratezza umana" perché negli annì 60-'70 si è pensato di ristrutturarla con "un tappo di cemento" che ha causato "martellamento e schiacciamento" alle pareti, altrimenti sarebbe "rimasta ancora in piedi".

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