Padova, assegnazione delle case popolari. Bonus per i residenti?

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  1. Dailypain
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    «Dare più punti ai padovani per l’assegnazione delle case pubbliche? Una soluzione inapplicabile che non risolverebbe il problema. L’unica risposta è aumentare il patrimonio di abitazioni pubbliche». Parla chiaro, sull’argomento, il primo cittadino Flavio Zanonato.

    E smentisce quelle «esagerazioni di stampa» pubblicate da alcuni quotidiani locali che lo volevano d’accordo con la proposta «leghista» di attribuire 10 punti in più nelle graduatorie a chi risiede a Padova da almeno dieci anni. Un’ipotesi sollevata dal suo assessore alla casa Antonino Pipitone, dell’Italia dei Valori. Vabbè «sceriffo rosso» - avrà pensato il sindaco - ma adesso è troppo: ieri mattina ha chiamato l’assessore chiedendogli spiegazioni. «Era un discorso complessivo - ha spiegato Pipitone - sulle politiche abitative e non c’era l’intenzione di colpire gli immigrati, ma favorire la residenzialità. In ogni caso i criteri per l’assegnazione dei punti sono stati già decisi e non si toccano per almeno un biennio». Nulla cambierà quindi per l’assegnazione delle case pubbliche. «E’ un sistema che funziona bene - chiarisce Pipitone - Lo dimostra il fatto che gli immigrati che sono il 10% della popolazione occupano proprio il 10% del patrimonio di case pubbliche». Il ragionamento di Zanonato invece investe la questione immigrati: «Non si può escluderli dai servizi che sono garantiti a tutti i cittadini. Se vengono qui a lavorare da qualche parte dovranno pure dormire. Altrimenti prevale l’ottica di chi vede gli immigrati come nemici e non come collaboratori. Semplificando: se una famiglia chiama in casa una badante per seguire un anziano non autosufficiente dovrà preoccuparsi anche di farla dormire. Lo stesso vale, in modo più ampio, per un comune». E in ogni caso, ricorda il primo cittadino, per poter fare richiesta di una casa pubblica è necessario avere il permesso di soggiorno da almeno 2 anni oppure presentare la carta di soggiorno che viene rilasciata dopo 5 anni. La richiesta di alloggi è in continua crescita: ogni anno sono 1.500 le persone iscritte in graduatoria, di queste solo 200 ottengono l’alloggio. Ma l’ipotesi di Pipitone aveva provocato, prima della marcia indietro dello stesso assessore, le reazioni della sinistra e di una parte del mondo cattolico. «Così ci perdiamo tutti - sostiene don Albino Bizzotto - L’unico criterio deve essere il reddito». «La politica abitativa deve essere includente e non escludente» sostiene l’ex assessore di Rifondazione, Daniela Ruffini.
     
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